In settimana sono stati diffusi i dati sull’inflazione di febbraio Year over Year negli Stati Uniti, con l’indice dei prezzi al consumo che ha raggiunto il 7.9%. L’ultima volta che l’inflazione era su questi livelli il tasso dei Fed funds era del 13% mentre oggi è a zero, a dimostrazione di come l’inflazione sia ormai fuori controllo.
Iper-semplificando, è come se gli stipendi o i rendimenti degli americani fossero scesi dell’8% negli ultimi 12 mesi.
E in Europa non va affatto meglio.
Il problema è ancora più grave, poiché nell’attuale scenario geopolitico e macroeconomico le banche centrali hanno sostanzialmente le mani legate, infatti la BCE ha ribadito che non alzerà i tassi d’interesse e la Fed avrà un approccio più morbido di quanto preventivato solo un mese fa (Powell ha già detto che a marzo ci sarà un rialzo dello 0,25% in luogo dello 0.50% previsto).
In Italia la situazione è pesante, come avrà notato chiunque abbia fatto la spesa, pagato una bolletta o fatto rifornimento all’auto.
E proprio oggi i titoli di stato a 10 anni hanno registrato un aumento di 25 punti base, con i rendimenti saliti all’1,93%.
Se la Guerra in Ucraina e le tensioni geopolitiche tra Russia e Cina da un lato e Stati Uniti ed Europa dall’altro non si risolveranno quanto prima, siamo in piena corsa verso la stagflazione.
Nei prossimi giorni affronteremo l’argomento stagflazione in modo più dettagliato, ma in breve per stagflazione si intende un combinato di crescita economica debole, alta disoccupazione (conseguenza diretta della crisi economica) e alta inflazione.
E, nel contesto attuale, sono state create tutte le condizioni per favorire un simile scenario, in un tremendo circolo vizioso culminato con il rialzo senza precedenti dei prezzi delle materie prime.
Nelle ultime settimane ho sentito numerosi esperti all’amatriciana di geopolitica e macroeconomia riempirsi la bocca della parola stagflazione, ma il problema è che oggi siamo già fuori tempo massimo.
Infatti con i prezzi attuali, è difficile implementare un piano per proteggere i propri risparmi.
L’oro è già a ridosso dei massimi storici e sappiamo bene come non sia mai una buona idea acquistare un asset sui massimi (forse a oggi potrebbe valere la pena dare un’occhiata all’argento).
Bitcoin viene ancora percepito (erroneamente) da molti come un asset speculativo da modalità risk-on al pari delle azioni e dunque è soggetto alle turbolenze di breve, a causa della correlazione con gli indici azionari. E i 40000 dollari evidentemente non sono ancora una regione in grado di far aumentare significativamente la domanda (anche se in prospettiva di lungo termine parliamo di una regione di prezzo senza dubbio buona).
Abbiamo avuto mesi per costruire un portafoglio solido a prova di stagflazione, su livelli di prezzo eccellenti.
Ho pubblicato un video sull’argomento a marzo 2020, quando l’oro era a 1500 dollari l’oncia e bitcoin, neanche a dirlo, a 5000 dollari.
Il timing, negli investimenti come nella vita, è tutto.