Una vecchio adagio di Wall Street narra che quando grandi società o entità finanziarie vogliono acquistare un’ingente quantità di un determinato asset, prima diffondono rumors e news negative (FUD) e poi completano l’opera con vendite allo scoperto (short selling).
 
In questo modo creano paura tra gli investitori, i quali cedono al panic selling e aumentano l’offerta sul mercato svendendo i propri asset, in modo che le entità di cui sopra possano acquistare in grandi quantità su livelli di prezzo decisamente vantaggiosi.
 

Ripercorriamo gli ultimi 10 giorni.

Prima Elon Musk rinnega la scelta di aver abbracciato Bitcoin, poi iniziano a circolare rumors che minano la stabilità del mercato (dalla presunta indagine ai danni di Binance all’ennesimo ban di Bitcoin in Cina).
 
A questo punto, l’offerta liquida di Bitcoin schizza a livelli visti l’ultima volta nell’estate del 2019 in pieno trend reversal dai massimi di giugno dello stesso anno.
 
bitcoin supply change
 
 
Il tocco finale è stato il long squeeze del 19 maggio, che ha portato a 8 miliardi di dollari di liquidazioni.
 
Ed ecco che adesso le società o grandi investitori che erano in attesa di posizionarsi, hanno a disposizione una supply enorme per poter comodamente acquistare i quantitativi che desiderano su livelli di prezzo più favorevoli.
 
La storia si chiude con Elon Musk che ha twittato che Tesla ha le Diamond hands (in gergo, non ha venduto).
 
Elon Musk su Bitcoin
Il cerchio è chiuso e la giostra può ripartire.
 
 
 
 
 

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